Il richiamo forte della Terra
Un’estate di tanti anni fa, ci siamo abituati a guardare la Terra dall’alto. Immensa, muta e straordinariamente accogliente. Dalla Luna, il suo satellite naturale, ci raccontarono così i lunghi fiumi, i grandi oceani, gli immensi polmoni verdi che disegnavano il nostro Pianeta.
Con quelle immagini che arrivavano da oltre 300mila kilometri ci sembrava quasi di toccarla, ma noi eravamo lì, camminavamo su quella Terra, la sfioravamo, la coltivavamo, nei secoli l’abbiamo prima utilizzata, poi sfruttata e violentata. Abbiamo visto sparire milioni di specie animali e vegetali. Il 2019 sarà ricordato come l’anno con il maggior decesso di api della storia, il cambiamento climatico è ormai una realtà che dobbiamo affrontare e controllare.
Un grosso contributo viene dalle coltivazioni da agricoltura biologica, che puntano a ridurre al minimo gli interventi esterni, preservando la naturale fertilità del terreno e sfruttando al massimo i meccanismi e gli equilibri naturali.
I primi mesi del 2020 sono stati difficili da affrontare, c’è da chiedersi se la battaglia che stiamo combattendo per sconfiggere un virus, nella quale siamo tutti impegnati e per la quale ci confrontiamo ogni giorno per allontanare questo attacco pandemico, non sia figlia di un ecosistema afflitto.
Oggi per il 50° anniversario della Giornata della Terra, abbiamo la possibilità di riflettere e capire quale è il compito dell’umanità, in questi giorni le immagini della fauna di tutto il mondo che piano piano sta riemergendo appropriandosi di spazi inusuali, ci sta dando un grande monito.
Su questo dobbiamo riflettere, per trovare un futuro alternativo per l’umanità e per la Terra.